Adam Zettel, L.C.

Dipinto da un Amore più grande

Fu il sangue fuoriuscito dal suo costato ferito che mi toccò di più, perché sapevo che lui voleva il mio cuore ferito come il suo, che sanguinasse come il suo, e sapevo che se il mio cuore si fosse unito al suo, lui poteva dire “adesso ho un amico che può soffrire con me”. “

 

Sono cresciuto in una fattoria dove si allevano animali situata vicino alla periferia di un paese di circa 200 abitanti, nella provincia di Ontario, Canada: una vita trascorsa a contatto con la natura, la bellezza della creazione, il mistero della vita, il lavoro manuale, i piaceri semplici e sani. Mio padre è un uomo di fede, la cui vita è stata profondamente segnata dal Vangelo, tanto che era anche un leader della nostra parrocchia – dirigeva la musica e la preghiera nella nostra comunità– è stato senz’altro, il capo spirituale della nostra famiglia. Anche mia madre è molto praticante e credente e ha sempre sostenuto la mia vocazione soffrendo in unione con Cristo ed unendosi a Maria ai piedi della croce.

La vita nella parrocchia mi ha portato a partecipare ad adorazioni, gruppi di preghiera, Messe di guarigione che, per la mia famiglia implicava sempre un coinvolgimento musicale. Mio fratello più grande ha avuto una conversione durante un viaggio missionario ed ha iniziato un gruppo giovanile nella parrocchia che è diventato per me, il luogo dove trascorrere i miei anni di scuola superiore e dove è cresciuta la mia amicizia con Dio che mi ha portato, piano piano, a scoprire il suo progetto di vita per me.

Come è avvenuto, Signore, che cominciai a sperimentarti in modo così reale, ad un’età così giovane? Tu mi hai dato tutto, mi hai reso sensibile a te, mi hai protetto, hai guidato le mie decisioni. Sin dall’inizio mi hai dato un desiderio per ciò che è stato reale e duraturo. Non so perché sei stato così buono con me, ma ti ringrazio; la tua opera merita tutta la lode che posso dare.

A me sembra che Dio abbia voluto travolgere la mia vita in tanti modi, portandomi come dentro ad una tempesta e mostrandomi quanto lui sia meraviglioso e bello, così da farmi innamorare di lui. Grazie a tutti gli imput positivi ho cominciato a partecipare ad ogni tipo di evento legato alla fede, praticamente a vivere nella nostra parrocchia, a visitare Cristo nell’Eucaristia, a leggere i Vangeli e a cercare di condividere Cristo con gli altri. Nella musica e attraverso molte canzoni dirette a Dio, vedevo che il mio cuore si plasmava per essere totalmente centrato su colui che sarebbe diventato l’unico riferimento importante nella mia vita. Mi convinsi che un amore che non avrei potuto mai afferrare del tutto aveva invaso la mia vita. Mi colpiva soprattutto la passione di Cristo, in cui il suo sangue ,versato per me, era la testimonianza dell’infinita misericordia che mi aveva unito ancora una volta a lui.

Le esperienze esterne che facevano parte della mia vita erano molto meno importanti di quanto ho appena descritto e per tanto decisi di diventare un sacerdote legionario. Questa è stata la vera origine della vocazione: l’opera originale di Dio in me, la dolce trasformazione del mio intero mondo interiore e il mio modo di vedere tutto. Questo è stato il motore che mi ha spinto verso di lui; gli eventi successi in seguito sono stati come la strada che mi portava nella direzione giusta.

Quando ho ricevuto il sacramento della Cresima, desideravo veramente che il dono dello Spirito riempiesse la mia anima. In quella occasione mi venne regalato un libro da utilizzare come diario e qualche giorno dopo, per la prima volta, mi venne in mente che sarei potuto essere chiamato al sacerdozio, idea che trascrissi su una delle prime pagine di quel libro. La stessa estate ebbi il mio primo contatto con un nuovo gruppo di sacerdoti che avevamo appena conosciuto in un Campo estivo gestito dai Legionari di Cristo a Cornwall. Due Fratelli erano venuti a casa mia, per puro caso, dopo aver affrontato un viaggio di otto ore dal Noviziato dei legionari. Ci lasciarono un’impressione molto positiva, e ci pareva avessero un vero e profondo rapporto con Cristo e un sincero desiderio di cambiare il mondo per lui. Durante il campo estivo, uno dei Fratelli mi invitò a visitare la Scuola Apostolica di New Hampshire, un progetto che realizzai solo alcuni anni dopo.

Così, un’estate visitai la Scuola Apostolica e ebbi una prima esperienza che mi fece innamorare dell’idea di far parte di questo esercito di Dio. In qualche modo, mentre la consapevolezza della vocazione cresceva in me, scoprii il mio desiderio di sacrificare la mia vita per gli altri, di essere colui che avrebbe compiuto l’offerta necessaria per salvare le anime. Senza che io ne fossi cosciente, Cristo stava preparando il mio cuore per essere unito al suo e diventare una vittima con lui – mi stava preparando a lasciare che il mio cuore si aprisse e si unisse al suo cuore aperto, affinché in lui anche io potessi condividere la sua misericordia nel mondo.

Anche se quell’estate decisi di tornare a casa per un altro anno, avevo la speranza di poter tornare al programma estivo nuovamente. Continuavo ad essere aperto alla chiamata di Dio, ma nei mesi che seguirono iniziai anche ad uscire con una ragazza. Tornai al corso di discernimento l’estate dopo, ma per quanto amavo Dio e volevo fare del bene per lui, il mio cuore non era più completamente libero come lo era stato in precedenza; ero lacerato dentro, attratto dalla bellezza dell’amore umano, al punto da cercare ovunque dei segni che provassero che io non ero chiamato al sacerdozio. Dopo il secondo mese di discernimento, decisi di tornare a casa. A tutti sembrava chiaro che avevo abbandonato l’idea di diventare sacerdote.

Ma non lo avevo dimenticato del tutto. C’erano molti momenti in cui la chiamata attraversava le mie barriere e risuonava nel mio cuore l’eco di quel desiderio che una volta avevo sentito. Una notte in spiaggia guardavo il riflesso della luna sull’acqua, come un cammino verso il cielo, e cominciai a chiedermi quale fosse il mio cammino. Un’altra notte mi svegliai, con le parole di una canzone che suonava nella mia testa: la canzone Here I am, Lord, il cui testo dice: “Sono qui Signore! Sono forse io? Ti ho sentito chiamare nella notte”. C’era un’angoscia che sentivo in questi momenti alla quale volevo resistere ma che non potevo eliminare.

Prima di iniziare l’università, andai con la nostra band a suonare in un evento per giovani a Cornwall. Dopo la messa finale c’era la tradizione di invitare tutti coloro che si erano sentiti chiamati al sacerdozio ad alzarsi davanti a tutti, affinché pregassero per loro. Ero sul palco, dietro la batteria, mentre a pochi metri alla mia sinistra c’erano i chierichetti, novizi dei Legionari di Cristo – e la mia ragazza era sotto tra la folla. Al momento della “preghiera vocazionale” sentii qualcosa che mi colpiva al cuore, come se fossi stato preso con un amo da pesca e qualcuno tirava forte a sé. I miei pensieri erano come un uragano “Devo alzarmi anch’io – sicuramente anch’io sono chiamato a questo” ma allo stesso tempo sembrava non ci fosse modo di spezzare la relazione con la mia fidanzata, che significava tanto per me. Avevo un bellissimo progetto che vedeva un futuro in cui avevo già riposto tutte le mie speranze – ma un’ amore molto più grande mi stava attirando, trascinando il mio desiderio in un modo così speciale che solo in quei momenti veniva in superficie. Quest’amore cominciava a indirizzarmi verso un progetto infinitamente più straordinario e meraviglioso.

Ciononostante, in quella occasione riuscii a calmarmi e decisi di aspettare ancora una volta. Circa un mese dopo avevo appena iniziato il mio primo semestre in università e tornai a casa per trascorrere il weekend. Il primo venerdì di settembre ci fu una Messa di guarigione, alla quale arrivai in ritardo; la mia ragazza cantava nel coro. Il prete aveva il dono di sapere quali guarigioni avvenivano durante la Messa e così, dopo la comunione, si sedette con il microfono e cominciò a parlare di diversi tipi di guarigione. Poi il suo discorso prese una svolta inaspettata: “Credo che lo Spirito Santo mi dica che c’è qui stasera qualcuno che Dio sta chiamando a diventare prete…” in quel momento il mio cuore cominciò a scalpitare, cominciai a sentirmi agitato, e allo stesso tempo colto da un forte desiderio: avevo la stessa sensazione di essere tirato di nuovo tirato dall’ amo come prima descritto. Continuava il sacerdote: “… e Gesù vuole dirti che…” – sono sicuro che disse queste parole molto lentamente, fermandosi, riflettendo per dire la cosa giusta –  “… se dici di sì, sarai felice per tutta la tua vita”

È incredibile quanta pazienza hai, Signore, e quanto sei stato insistente! È sorprendente che tu mi volevi tanto per te stesso che hai quasi invaso la mia libertà e mi hai reso così chiaro quello che volevi! Quante persone vorrebbero averlo così chiaro, eppure, tu scegli come chiamare ognuno nel modo che preferisci.

Ero in uno stato di disagio, uno stato di lotta interiore, un moto di rifiuto e di resistenza che durò per il resto di quella Messa. L’adorazione che ci fu dopo la Messa mi sembrava eterna. In quell’ora feci un proposito diverso da quello che avevo fatto prima: questa volta decisi di pensarci, di considerare cosa stava succedendo, ma in assoluto di non dire nulla alla mia ragazza. La Messa finì. Avevamo l’abitudine  di andare a cena con gli amici dopo la Messa. Io ci andai col mio grande segreto. Ma quando stavamo uscendo dalla chiesa, lei mi fermò. “Adam,” mi disse in un tono serio “pensi che stava parlando di te?” Credo che il mio cuore si sia quasi fermato, ma in qualche modo, come se qualcosa dentro di me mi stesse dando una forza che non avrei mai avuto, sono riuscito a dire “Sì”.

In quei mesi, Dio mi ha insegnato ad amarlo in un modo di cui avevo sentito parlare ma che non avevo ancora sperimentato e di amare anche la croce con una grande gioia. Nel mese di dicembre ascoltai una predica di un Legionario sul bisogno di cambiare la società per Cristo e decisi, lo stesso weekend, di inviare i documenti della domanda per il corso vocazionale, richiesto per entrare nel noviziato. Nel successivo giugno del 2004 iniziai il corso vocazionale, a settembre ricevetti la tonaca. È nella Legione di Cristo che Dio ha cominciato a lavorare in me in modo più profondo di quanto avrei mai immaginato, continuando a trasformarmi, nonostante la mia debolezza. Mi ha mostrato che la mia generosa disposizione all’inizio era lì per permettergli di lavorare attraverso di me come sacerdote. Fu il sangue fuoriuscito dal suo costato ferito che mi toccò di più, perché sapevo che lui voleva il mio cuore ferito come il suo, che sanguinasse come il suo, e sapevo che se il mio cuore si fosse unito al suo, lui poteva dire “adesso ho un amico che può soffrire con me”. Quale gioia e gratitudine avremmo se condividessimo questa sofferenza con tutto il mondo! Sapevo che da tutta la mia vita ero stato scelto per donare me stesso a tutti gli uomini in questo mondo. Lui continuava ad offrirmi l’opportunità, non forzandomi, ma dicendo: “se vuoi, scegli di lasciare che il tuo cuore sia perforato come il mio” e quante volte, per sua grazia, ho detto “sì, lo scelgo”.

Fr. Adam Zettel, L.C., nato a Walkerton, Ontario, in Canada, l’8 agosto 1984, quarto di 6 figli, entra nella Legione di Cristo dopo aver studiato un anno di Arti Liberali ha frequentato il noviziato e gli Studi umanistici a Cheshire, Connecticut. Dopo aver completato un corso di laurea in Filosofia a Roma, ha aiutato nella formazione di novizi legionari, prima per un anno a Cheshire, poi al noviziato di Cornwall, in Canada. Lì ha emesso i suoi voti perpetui il 18 agosto 2012. Ha svolto il lavoro giovanile per un anno in Michigan prima di tornare a Roma per completare gli studi, dove attualmente sta concludendo la laurea nella facoltà di teologia.